Alla scoperta di Yangoon, la perla coloniale del Myanmar

Alla scoperta di Yangoon, la perla coloniale del Myanmar

Guida pratica alla città di Yangoon, anche chiamata Rangoon dagli inglesi. L’ex capitale birmana è una città affascinante, che ha stregato, tra gli altri, Rudyard Kipling e Horson Welles. Perennemente in bilico tra occidente e oriente, Yangoon conserva un patrimonio architettonico di eccezionale valore, che, dopo anni di incuria e di abbandono, sta tornando agli antichi fasti. Scopriamola insieme! Leggi la guida e consulta le Offerte viaggio e i pacchetti vacanze in Myanmar di InnViaggi Asia

La scintillante Shwedagon Paya, monumento simbolo di Yangoon, Myanmar

 

Cosa vedere e fare a Yangoon?

Yangoon, l’ex capitale della Birmania, riserva molte e piacevoli sorprese. Si sta, infatti, riprendendo dagli anni bui in cui era precipitata nell’epoca della giunta militare. E si sta lanciando con ottimismo verso il futuro. Tra mercati, pagode e città coloniali nelle immediate vicinanze, le proposte per una piacevole vacanza non mancano di certo. Ecco una breve lista delle cose assolutamente imperdibili:

  • Visitare i numerosissimi stupa. Gli stupa, ossia i monumenti costruiti per custodire le reliquie del Buddha, sono il monumento simbolo della spiritualità buddista. Nei paesi in cui questa religione è diffusa, se ne trovano a migliaia. Il Myanmar, logicamente, non fa eccezione. A Yangoon e dintorni gli stupa talmente tanti che ci vorrebbero anni per visitarli tutti. Tra i più significativi, merita sicuramente una visita la Schwedagon Paya. Si dice che questo  monumento simbolo di Yangoon abbia ben 2600 anni. E che sia stato costruito per raccogliere 8 capelli che Siddharta Gautama, vissuto nel V s. a.C, aveva affidato a due mercanti, Taoussa e Ballika. Le reliquie, insieme ad altri resti dei buddha precedenti, sono state racchiuse in un edificio d’oro, a sua volta racchiuso in uno d’argento, in uno di stagno, in uno di rame, in uno di piombo, in uno di marmo e, infine, in uno di semplici blocchi di ferro. Nei secoli successivi lo stupa è stato ricostruito più volte, fino a raggiungere la struttura attuale. Oggi si erge in cima a una piccola collina e rifulge con le sue 27 tonnellate d’oro e le migliaia di pietre preziose di cui è adornato. Potrete accedervi tramite delle scalinate o, se preferite, tramite comodi ascensori. Le scalinate sono attorniate da chinthe, figure mitologiche metà leoni e metà grifoni. Una volta saliti sulle scalinate, accederete alla terrazza principale, dove, al di sopra di un plinto circondato da edifici secondari, si innalza la pagoda principale, con altre terrazze e una campana decorata da fiori. Questo posto, che, a seconda delle ore, può essere caotico o tranquillo, regala il meglio di sé negli istanti precedenti il tramonto, quando tutto si colora di un magico color arancio. Intorno a questo centro di spiritualità, troverete bancarelle di ogni tipo, con immagini del Buddha, fiori e frutta da portare in offerta.
  • Altri edifici degni di nota sono la Botatung Paya, celebre per la statua del Buddha in bronzo dorato e per lo stagno dove nuotano indisturbate le clemmidi (tartarughe). La Sule Paya, posizionata in corrispondenza di una trafficata rotonda spartitraffico.  E la Maeilamu Paya, affacciata su un ameno torrente e celebre per la costruzione a forma di coccodrillo, su cui è illustrata la leggenda di Mei La Mu, fanciulla nata da un frutto della mangrovia. Ogni stupa è avvolto da numerose leggende. Ascoltarle è facile (le guide, anche improvvisate, non mancano), ed è il modo migliore per comprendere la sensibilità  locale.
  • Camminare per il ricchissimo centro storico. Camminare per il centro storico è un’esperienza entusiasmante e relativamente poco dispendiosa. Bastano, infatti, tre ore per percorrere a piedi l’antico cuore di Yangoon. E per avere un’idea di quanto prospera potesse essere al tempo della dominazione inglese. Dal municipio (chiamato city hall) alla corte di giustizia, ogni cosa testimonia l’opulenza del passato.

    Il municipio di Yangoon, Birmania, piacevole mescolanza di stili architettonici

    Queste vestigia permettono anche di conoscere i secoli britannici, quando Rangoon era al culmine della sua gloria.

    L’arduo compito, di tutelare  questo immenso patrimonio architettonico e culturale, minacciato dall’abbandono e dall’avidità degli speculatori, è stato affidato al Yangon Heritage Trust. Questa organizzazione sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e di fare pressioni per ottenere leggi che salvaguardino l’arte. Certo, gli edifici devastati dal tempo e dalle bombe sono tanti, e il lavoro da svolgere è immenso. Tuttavia la consapevolezza sempre maggiore dell’importanza della tutela del passato e il colossale progetto di rinnovamento della città fanno ben sperare.

  • La passeggiata, gradevole e poco faticosa, può concludersi con un saporito spuntino presso una delle moltissime case da té. Con pochi dollari, potrete rifocillarvi e far conoscenza con la gente del posto. Se volete sapere come cambierà il profilo di Yangoon, non vi resta che tenervi aggiornati!
  • Rilassarsi tra parchi e laghetti. Yangoon ha più di 4 milioni di abitanti, e, pur non essendo più la capitale del Myanmar, ne è la città più importante, sia dal punto di vista politico che economico. Yangoon sta vivendo, come già accennato, un periodo di grande rilancio, ed è quindi normale che abbi i problemi di tutte le metropoli. I luoghi per sfuggire al caos, però, per fortuna non mancano. Vi consigliamo una visita al Mahabandoola Garden, celebre per il suo obelisco alto 50 metri e dedicato all’indipendenza birmana. E una al People’s Park, amato per i superbi panorami sulla Schwedagon Paya e per laghetti e fontane. Altro luogo perfetto per rilassarsi è il lago Kandawgyi, un bacino artificiale creato dagli inglesi e apprezzato per i suoi caffé e per il santuario dedicato a Shin Upagot (santo buddista che secondo la tradizione protegge chi si trova in pericolo mortale). Altro polmone verde della città è il lago Inya,  dove potrete dedicarvi anche alla vela. Se avete tempo visitate la casa in cui Aung San Suu Kyi, leader  birmana vincitrice del Nobel per la pace, visse per alcuni anni. Si trova nella vicinanze ed è oggi sede di un museo. Se, invece volete tuffarvi nella vita frenetica di Yangoon, non avrete che da scegliere tra case da té, mercati, traghetti colmi di gente, mercanzie e gallerie d’arte.
  • Visitare i dintorni della città. Le località d’interesse nei dintorni di Yangoon sono numerose e facilmente raggiungibili nell’arco di poche ore. Qui ci limiteremo a descrivere le principali. Bago è una sonnolenta cittadina a est di Yangoon. La leggenda vuole che sia stata fondata nel 573 d. C. da due fratelli che avevano visto una femmina di hamsa (uccello mitologico) reggersi sul dorso di un hamsa maschio. Chiaramente un buon auspicio. Nei tempi passati, la città fu la capitale del Myanmar meridionale, e le tracce del suo splendore passato si ritrovano nei numerosissimi templi zeppi di tesori. Tra le cose da vedere, segnaliamo il tempio di Shwethalyaung, noto per la colossale statua di Buddha lunga ben 55 metri. L’Hintha Gon Paya, luogo ideale per ammirare gli artisti che celebrano, con danze festose, gli spiriti protettori. E l’eccentrico snake monastery, dove la gente rende omaggio a un enorme pitone, considerato la reincarnazione di un monaco molto riverito. Pathein è, infine, una laboriosa cittadina situata a ovest di Yangoon, sul delta del fiume Irrawaddy, nota per le splendide vestigia coloniali e per l’ottimo riso che si coltiva nelle campagne circostanti. Ma soprattutto per

    Ombrelli a Pathein, nei dintorni di Yangoon, Myanmar

    le manifatture di ombrelli, veri e propri capolavori fatti a mano con la carta di gelso e lavorati con pazienza e maestria dalle donne locali.

    Aggirarsi per i suoi ombrosi viali, visitare una manifattura e ammirare le onnipresenti pagode, (da non perdere assolutamente la scintillante Shwemokhtaw Paya, il cui livello superiore è ricoperto d’oro massiccio e, pare, tempestato di diamanti e pietre dure) è ciò che vi aspetta. Così come scoprire le tradizioni della comunità musulmana (il nome Pathein, in birmano, significa proprio musulmano), o i colorati mercati. Ma anche gli amanti della natura, non avranno che l’imbarazzo della scelta. A partire dall’isola fluviale di Meinmahala, straordinario santuario naturale ricoperto di mangrovie, dove potrete anche avvistare coccodrilli marini o le rarissime orcelle. Senza trascurare le località balneari di Chaung Tha e Ngwe Saung, nei cui dintorni potrete fare snorkeling e birdwatching. Insomma le alternative non mancano. Basta solo armarsi di macchina fotografica e curiosità!

  • Infine, se volete vivere un’esperienza autenticamente orientale, fate un corso di meditazione in uno dei tanti monasteri diffusi in città e nelle immediate vicinanze. I corsi, di durata variabile tra 7 e 10 giorni, sono in genere gratuiti e prevedono solo un piccolo contributo da devolvere al monastero.

Informazioni e consigli pratici

Raggiungere Yangoon è facile. L’aereoporto internazionale più vicino è lo Yangoon international airport e dista circa 12 km dal centro città. Per avere un’idea generale di Yangoon vi consigliamo di prendere la Yangoon circle line, un percorso in treno lungo 50 km che offre una panoramica della città e delle campane intorno.

Bago è raggiungibile da Yangoon in circa due ore. Potrete andarci in bus (costo, 2 $) o in treno. Quest’ultimo, però, è particolarmente scomodo (spenderete dai 2 ai 4 $).

Pathein è raggiungibile da Yangoon in bus in circa 4 ore (i tempi sono sempre variabili e dipendono dalle condizioni delle strade e del veicolo), spendendo dai 4 agli 8$. Un’alternativa è costituita dal battello, che impiega quasi una giornata e costa dagli 8 ai 40$, a seconda della sistemazione.

Le località balneari di Ngewe Saung beach e di Chaung Tha beach sono raggiungibili da Yangoon tramite autobus  e taxi. Più facile, però, è arrivare da Pathein.

Quando andare a Yangoon in Myanmar?

Il periodo migliore per andare a Yangoon va da novembre a febbraio. Si tratta, infatti, dei mesi della stagione secca e il caldo non arriva quasi mai a livelli insopportabili. Se vi trovate nell’ex capitale birmana ad aprile, sappiate invece che potrete godere dell’impareggiabile spettacolo della festa dell’acqua, la solenne e allegra celebrazione con cui gli abitanti del Myanmar danno il benvenuto all’anno nuovo. Aprile non è il mese migliore ma questa esperienza vi ripagherà del caldo. E vi rinfrescherà!

Un pò di storia di Yangoon

Yangoon fu fondata nel 1755, quandore Alaungpaya, conquistato il Myanmar centrale, decise di costruire una nuova città intorno alla Swedagon Paya, per celebrare la fine del conflitto e l’inizio di una nuova era. Danneggiata pesantemente dalla guerra con gli inglesi nel 1852, la città visse il suo periodo aureo sotto la dominazione britannica. In quest’epoca, Yangoon, vibrante e cosmopolita, si arricchì degli splendidi edifici, che potrete ammirare ancora oggi. Tutto, però, si interruppe nel 1962, quando le disastrose politiche economiche della giunta militare, che, similmente a quanto fece Pol Pot in Cambogia, volle portare il socialismo nel paese, la condussero alla rovina.

In anni recenti si sta finalmente assistendo a una ripresa. Le attività aumentano, i prezzi delle case schizzano alle stelle e il tenore di vita si innalza progressivamente: tutti segni di una vita che sta finalmente tornando a pulsare.

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Lo staff di InnViaggi Asia, con personale italiano residente in Asia, potrà aiutarvi nell’organizzazione e pianificazione del vostro itinerario di viaggio ed assistervi in italiano sia prima che durante il soggiorno in Myanmar.

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Scheda localita’ di Giovanni Manni

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