Templi Khmer, meraviglie della Thailandia nord-orientale

Templi Khmer

Meraviglie della Thailandia nord-orientale

Oggi, i templi Khmer rappresentano un vero gioiello storico, artistico e culturale. Testimoni di un glorioso passato, sono elementi che meritano di essere scoperti e visitati in tutta la loro bellezza. Consulta le Offerte Viaggio e Last Minute per la Thailandia

I templi Khmer thailandia

Phanom Rung, uno dei templi Khmer thailandesi più spettacolari

Il tavolato della Thailandia nord-orientale, regione meglio conosciuta come Isaan, comprende un terzo del territorio del Paese. Sebbene sia fra le zone meno visitate, custodisce una delle attrattive turistiche maggiori, profondamente legata alla storia locale. Fra l’XI e il XIII secolo, infatti, il regno Khmer si estese sulla regione, e qui costruì i magnifici templi in pietra, che ogni anno migliaia di visitatori mettono nella propria agenda.

I templi Khmer e i loro elementi caratteristici

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I templi Khmer sono abbelliti da splendide sculture

Per comprendere a fondo i templi Khmer e la filosofia che è alla base della loro costruzione è essenziale individuarne le principali caratteristiche architettoniche.
Al centro del recinto rettangolare di ogni tempio è sempre presente un prang principale, ovvero una torre piramidale o a forma di pannocchia di granturco, costruita per ospitare la statua più sacra del tempio. Ogni prang ha quattro sale o padiglioni d’ingresso, detti gopura. Il più importante (spesso rivolto a est, verso l’alba) presenta anche un’ampia anticamera.

Le architravi e i frontoni che sormontano i gopura presentano soggetti tratti dalla mitologia indù o buddhista. Il tetto del prang, invece, presenta le cosiddette antefisse (elementi decorativi verticali), decorate con sculture raffiguranti gli indù dei punti cardinali. Originariamente la funzione del prang era quella di custodire uno shiva linga, il fallo simbolo di Shiva, dio della fecondità e dell’energia creatrice.
Di solito il prang principale è affiancato da uno o due prang minori, realizzati per ospitare statue di dèi meno importanti. Questi santuari sono protetti da cinte murarie concentriche, che delimitano due cortili.

In molti templi la cinta muraria più interna – detta galleria o portico – era dotata di un tetto in legno o in pietra. In alcune gallerie, in corrispondenza dei punti cardinali, erano e sono tutt’ora incorporati dei gopura, cui si accede grazie ai cosiddetti “ponti naga” cruciformi. Nei templi khmer, i naga (mitici serpenti a più teste) compaiono spesso come ponti simbolici fra il mondo degli uomini e quello degli dei.
Infine, molti prang, presentano fra le mura interne e quelle esterne dei piccoli stagni e molti sono circondati da una rete di canali e bacini. Secondo alcuni storici, buona parte del potere del regno khmer sarebbe derivato proprio dalla loro indiscussa abilità nel progettare sistemi di irrigazione molto efficienti.

Phimai, custode di uno dei templi Khmer più importanti

Templi Khmer thailandia

Il Prasat Hin Phimai, davvero imperdibile

All’interno dell’antica cinta di mura, circondato dagli affluenti del fiume Mun, troverete il piccolo centro di Phimai, dominato da uno dei siti khmer più imponenti e spettacolari della Thailandia: il complesso dei templi del Prasat Hin Phimai.

Non si conosce con esattezza l’epoca in cui venne realizzato, ma come luogo sacro risale probabilmente al regno del re khmer Suriyavarman I (1002-1049).

Dalla porta sud-orientale, quella dell’accesso principale, un ponte naga cruciforme sale su un gopura riccamente decorato e situato nelle mura esterne.  Dal gopura si accede al cortile esterno in cui troverete ben quattro stagni. In uno di questi si specchia il prang principale, regalando scorci davvero suggestivi.
Il prang principale è stato oggetto di un profondo restauro e  si presenta oggi in tutta la sua bellezza. Ben si riconoscono, infatti, la pianta cruciforme e la forma conica originale, gli architravi, i frontoni e le antefisse riccamente scolpite. Le sculture che ornano la parte esterna raffigurano soprattutto temi indù, dedicati a Shiva, e  alcuni episodi del Ramayana. L’interno presenta invece scene buddhiste, a testimonianza dell’avvenuta conversione religiosa verificatasi nel corso dei secoli.
Affianco al prang principale, infine, se ne riconoscono altri due: uno, a destra, in laterite, e un altro a sinistra, in arenaria rosa.

Il Prasat Hin Kao Phanom Rung: l’esempio più raffinato dell’architettura Khmer

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il Prasat Hin Kao Phanon Rung e la sua architettura raffinata

A est di Khorat, il Prasat Hin Kao Phanom Rung rappresenta invece l’esempio più raffinato di architettura khmer in Thailandia. Ogni sua parte è ornata da sculture di incredibile finezza artistica e i suoi edifici sono allineati in modo pressoché perfetto. Tanto perfetto che la mattina del plenilunio d’aprile (giorno in cui cade il capodanno thai), un osservatore che sia nel gopura più occidentale, può ammirare il sorgere del sole guardando attraverso le quindici porte degli edifici, che corrono tutti lungo l’asse del tempio, fino all’uscita del gopura orientale.

Come per la maggior parte dei prasat khmer, la costruzione di questo complesso abbracciò diverse epoche. Le strutture più antiche risalirebbero, però, al X secolo.
L’accesso al tempio è uno dei più spettacolari. Seguendo il viale processionale, lastricato in laterite e arenaria e fiancheggiato da pilastri  camminerete idealmente fino ai confini della terra. Laddove è situata la dimora celeste degli dei, almeno secondo le credenze khmer.

Di fronte, vi troverete il prang principale, che rappresenta il Monte Meru, la dimora degli dei. Questo prang si staglia in tutta la sua imponenza ed è accessibile solo dal primo dei tre ponti naga.

Una serie di scalinate vi condurrà invece all’entrata orientale del palazzo celeste, permettendovi di superare quattro piccoli stagni. Un secondo ponte naga attraversa il gopura orientale dal quale si accede al santuario interno, sormontato da un architrave. Qui un rilievo raffigura Indra (dio dell’est) seduto su un trono a forma di leone. Questo gopura è il padiglione d’entrata alla galleria principale, che corre tutt’intorno al cortile interno e presentando una via d’accesso principale e due secondarie su ciascun lato.

L’ingresso del prang principale è dominato da superbi capolavori della scultura Khmer. Sul frontone compare uno Shiva danzante, con nove delle sue dieci braccia intatte, mentre l’architrave è scolpito con un rilievo raffigurante un Vishnu disteso. Accanto al prang principale, troverete due biblioteche in laterite, mentre a nord-est rimangono i resti di due antichi prang in mattone risalenti al X secolo.

Il Khao Phra Viharn, al confine tra Thailandia e Cambogia

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Al Khao Phra Viharn si respira pace e tranquillità

Le rovine Khmer del Khao Phra Viharn, arroccate a 547 metri d’altezza, in cima a uno sperone roccioso dei monti Dongkrek superano persino il Phanom Rung quanto a posizione spettacolare. Un magnifico viale, lungo più di 500 metri, sale fino al santuario, posto alla sommità della roccia.  Da qui il vostro sguardo potrà perdersi fra le colline della Cambogia regalandovi una forte sensazione di pace e di libertà.
Gli edifici del tempio, costruiti in arenaria grigia e gialla, conservano alcune sculture originali di notevole pregio.

Il Khao Phra Viharn, realizzato nell’arco di tre secoli,  fu dedicato al dio indù Shiva e si pensa servisse sia come luogo di ritiro e di meditazione per i sacerdoti induisti, sia come meta di pellegrinaggio.
La via d’accesso al complesso del tempio inizia con una rapida scalinata e continua salendo lungo la parete rocciosa grazie ad una serie di strade, fiancheggiate da pilastri e da piccole terrazze con balaustre naga e gopura cruciformi. Ciascuno di essi è dotato di portali posti in corrispondenza dei quattro punti cardinali ed è decorato con rilievi raffiguranti scene della mitologia indù.

La salita raggiunge poi il santuario centrale, costruito sulla sommità e circondato da un cortile con le sue spettacolari gallerie colonnate. All’interno del santuario, potrete ammirare una moderna statua del Buddha, curata da monaci cambogiani.

Fra le tante sculture che arricchiscono il complesso, non perdete è quella che orna il frontone all’entrata nord di questo tempio. Rappresenta una bellissima immagine del dio danzante dalle molte braccia: Shiva.
Una curiosità è legata a questo sito. Il Khao Phra Viharn è stato aperto al pubblico solo nel 1998, dopo quasi un secolo di dispute territoriali tra Cambogia e Thainandia. Ancora oggi, infatti, il tempio è condiviso, geograficamente, dai due Paesi. Il corpo centrale del santuario, infatti, si trova in territorio cambogiano, ma come già accennato, si può accedere al tempio solo attraverso la scalinata che che inizia appena all’interno del confine meridionale… che è Thailandese!

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